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2025: l’anno degli impianti agrivoltaici.

In partenza i primi impianti agrivoltaici su scala industriale. Eccone i benefici e le criticità.

Lo scenario che si prospetta per l’anno 2025 vede la costruzione e l’avvio di molti cantieri per impianti agrivoltaici in Italia, segno di una transizione energetica che finalmente si sta concretizzando dopo numerosi convegni e chiacchiere a riguardo.

I motivi per cui il 2025 vedrà l’evoluzione di uno scenario simile sono: l’aumento di domanda dell’energia rinnovabile; la consapevolezza, da parte delle grandi aziende, delle opportunità dell’agrivoltaico, favorevole agli investimenti e alla diversificazione dei redditi; e, infine, il progresso tecnologico, che propone pannelli fotovoltaici in grado favorire la fotosintesi.

Tali innovazioni si prestano a impianti di larga scala con i quali è possibile ammortizzare maggiormente i costi e convogliare i vantaggi della produzione agricola ed energetica. Grazie anche alla spinta generata dal bando GSE sugli incentivi per l’agrivoltaico avanzato, questo settore sta diventando realtà.

Tali progressi, però, non sono sprovvisti di criticità. La prima è il numero di cantieri in crescita esponenziale. Per non contare il fatto che gli operatori si troveranno a dover affrontare problemi del tutto nuovi: il rispetto delle attività agricole stagionali, gli ostacoli alle macchine agricole causati dai lavori di cantiere, problematiche legate alla gestione idrica, l’aumento dei costi operativi e un eventuale impatto sulla biodiversità locale. Alcune regioni si troveranno, in particolare, ad avere difficoltà nel reperire le piante per le fasce di mitigazione, o nel coordinamento dell’attività di costruzione di un impianto fotovoltaico, già di per sé molto complessa, con la realizzazione delle opere agronomiche spesso legate a tempistiche vincolanti, come per esempio la messa a dimora delle piante che non può conciliarsi con eventuali ritardi nella pianificazione dell’impianto.

Tali sfide, seppur difficili, non devono essere considerate degli ostacoli, ma incentivi per ripensare a tutto il sistema, alla progettazione, alle tecnologie e alla forza lavoro.

È qui che diventa importante l’assunzione di figure di coordinamento come l’agrivoltore, un professionista incaricato di risolvere i conflitti tra produttori di energia e agricoltori, massimizzando il rendimento sia per le colture che per l’efficienza.

Un anno interessante per il settore delle rinnovabili, sia dal punto di vista del progresso tecnologico, sia per il settore lavorativo che favorisce gli impianti agrivoltaici industriali e crea possibilità lavorative per nuove figure professionali di alto livello.

Fonte: articolo “Agrivoltaico al via” di Alessio Pinzone, Qualenergia.


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