Comunità Energetiche: cosa sono e quali benefici comportano Grazie alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019 sono state introdotte anche nel nostro Paese le “Comunità Energetiche Rinnovabili” previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE). Ma di che… Grazie alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019 sono state introdotte anche nel nostro Paese le “Comunità Energetiche Rinnovabili” previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE). Ma di che cosa si tratta? Il Decreto Milleproroghe recepisce l’adeguamento italiano alla Direttiva Europea n.2001 del 11/12/2018 in quanto a Fonti Energetiche Rinnovabili. La Direttiva UE, detta anche RED II, è il risultato di un movimento energetico a livello europeo, e prevede tra le varie norme in materia di sostenibilità energetica anche il sostegno finanziario alla produzione e l’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili. La Direttiva vede l’energia proveniente da FER come indispensabile per un mercato dell’energia equo e sostenibile, basato su economia circolare, che promuova l’innovazione tecnologica e porti al contempo benefici ambientali, sociali, sanitari ed economici. Che cosa è una comunità energetica, quindi? Una comunità energetica è un’associazione composta da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, i quali scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. L’autoconsumo di energia è perciò una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un soggetto giuridico, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali. Le comunità energetiche possono essere di due tipi: le Comunità Energetiche Rinnovabili si basano sul principio di autonomia tra i membri e sulla prossimità degli impianti di generazione, queste comunità possono gestire tutta l’energia (elettricità, calore, gas) a patto che siano generate da una fonte rinnovabile; le Comunità Energetiche di Cittadini non prevedono i principi di autonomia e prossimità e possono gestire solo l’elettricità. Come esserne parte? L’autoconsumo di energia si può realizzare a tre livelli: individuale, collettivo e di comunità. In Italia le ultime due tipologie sono riconosciute legalmente dal 2020. Sia per chi abita in un condominio o in una casa singola o abbinata, per essere parte attiva del cambiamento energetico serve un impianto fotovoltaico con accumulo. In alternativa si può essere semplici consumer dotandosi di un controller per l’accesso a una piattaforma digitale che gestisce le Comunità Energetiche. Energy box è un dispositivo che comunica con i sensori installati nell’abitazione e che trasmette i dati raccolti ad una piattaforma cloud che li analizza e fornisce all’utente dei suggerimenti per ottimizzare i consumi. Grazie a questi sensori l’utente può essere informato e gestire i dispositivi della propria abitazione anche a distanza tramite app o pc. Si tratta di un componente fondamentale dell’architettura tecnologica di una smart home, che attraverso sensori rileva e presenta graficamente l’andamento dei dispositivi dell’abitazione. Negli edifici o nelle reti residenziali i dati monitorati dai sensori presenti nelle abitazioni vengono trasmessi ad una piattaforma cloud di aggregazione, dove i dati acquisiti sono immagazzinati ed organizzati per effettuare analisi ed elaborazioni successive. Perché farlo? Oltre ai benefici ambientali, appartenere ad una comunità energetica comporta una serie di vantaggi economici: maggiore energia si autoconsuma direttamente e maggiore è la riduzione delle componenti variabili in bolletta; produrre energia con un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti; recupero di una parte dei costi di realizzazione per imprese e privati. Dove sono le comunità energetiche in Italia? Cooperativa di Melpignano, Melpignano (LE) – La cooperativa nasce dalla collaborazione tra Legacoop e l’amministrazione comunale con l’obiettivo di produrre energia utilizzando pannelli fotovoltaici posti sui tetti degli edifici pubblici e privati della città. Comunità pinerolese, Pinerolo (TO) – La comunità comprende: quindici impianti fotovoltaici non domestici; centrali idroelettriche e produzione di biogas. Viene utilizzato anche il gas naturale con un sistema di cogenerazione ad alta efficienza (TOTEM). GECO – Green Energy COmmunity, Bologna – GECO è il progetto pilota che porterà alla creazione della comunità energetica di Pilastro-Roveri (BO). Il progetto intende rendere il sistema energetico locale più efficiente e resiliente, puntando sulla figura del prosumer, il cittadino, allo stesso tempo produttore e consumatore di energia da fonti rinnovabili. CER – Energy City Hall, Magliano Alpi (CN) – Il Comune di Magliano Alpi, con il suo impianto fotovoltaico da 20 kWh installato sul tetto del Palazzo comunale, condivide la propria energia pulita prodotta proponendosi come coordinatore della CER oltre che produttore e consumatore. Tags: comunitaenergetiche Del: 12-01-23 Scritto da: Solarfast Solarfast: un nuovo impianto fotovoltaico Dopo l’installazione a Pietra Monte Corvino (Fg) di una pala eolica da 100kw a gestione diretta – un generatore in grado di produrre 250.000 kWh annui – Solarfast estende l’offerta… Leggi il post 2030accordi di parigienergiafotovoltaicorinnovabilisolare Tra le rinnovabili, solo sul fotovoltaico si investe a sufficienza Se c’è una fonte il cui ritmo di crescita è in linea con gli accordi di Parigi è l’energia fotovoltaica. Leggi il post 39 0352650170 CHIUDI