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Se siete interessati alle questioni energetiche non vi sarà di certo sfuggito il continuo parlare  di PNIEC da più di un mese a questa parte.

Ma ricordiamo prima di tutto cos’è il PNIEC. Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima è un documento che viene introdotto dal #unioneeuropea in una riforma del 2018. Il Piano fissa gli obiettivi al 2030 su efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione di CO2, sicurezza energetica, mercato unico dell’energia e mobilità sostenibile.

Da quando il 30 Giugno scorso il Ministro Pichetto Fratin ha ufficializzato di aver inviato una prima bozza di modifica del PNIEC a Bruxelles le polemiche da ogni parte non si sono fatte attendere. La critica maggiore che viene mossa, anche da fonti autorevoli e che non ci si smuove più di tanto dal #gas che per il MASE rimane centrale nella politica energetica italiana e già questo fa storcere un po’ il naso. Inoltre non si delinea una strategia di uscita dalle fonti fossili. 

Gli obiettivi si attestano al  40% sulle rinnovabili nei consumi energetici finali e arrivano al 65% per le sole rinnovabili elettriche. Certamente meglio dello scorso piano approvato nel 2020 ma comunque dieci punti sotto quel 75% inizialmente previsto, quando altri paesi europei dell’area mediterranea come la Spagna puntano a superare l’80%. 

Il piano è stato sin da subito presentato come un documento cauto che non vuole strafare ma vuole essere realistico, c’è però da dire che così si rischia di non raggiungere al 2030 tutti gli obiettivi prefissati.

Le associazioni ambientaliste riunite: WWF, Legambiente, Greenpeace, Kyoto Club e Transport & Environment hanno condiviso una nota segnalando le perplessità, della prima bozza presentata a fine giugno e il testo definitivo inviato a Bruxelles non varia di molto.

Nel testo inviato lo scorso 20 luglio dal Ministro Pichetto Fratin alla Von der Leyen si nota un’apertura verso l’eolico offshore ma per il resto i parametri rimangono pressoché invariati. L’approvazione del piano, ora al vaglio degli organi UE, deve avvenire entro il Giugno 2024 e da lì ci saranno ‘solo’ 6 anni per attuare tutti gli obiettivi.

Le associazioni di settore si sono dimostrate ottimiste ma con un’indicazione comune, ossia che questi obiettivi sono possibili solo se si continua a semplificare la parte burocratica, si fa un’attenta e puntuale progettazione si da subito e si punta alla #cogenerazione dell’energia. Vero punto di snodo, perché ancora oggi la cogenerazione energetica ha norme più stringenti della generazione separata e per questo deve essere aiutata.

Nelle scorse settimane Solarfast è stata sponsor del festival Dirama – Incontro di natura, relazioni e cura del territorio, organizzato da Legambiente Bergamo in collaborazione con associazioni, enti e gruppi della nostra città, giunto quest’anno alla sua quinta edizione.

Dirama Festival Ph. Tommaso Pirovano


Un festival dedicato alla natura e all’ambiente durante il quale in diversi modi le persone hanno incontrato e conosciuto la natura che ci circonda nella nostra provincia. Dalle passeggiate con naturalisti esperti al teatro, dai laboratori al cinema, fino alle conferenze e agli incontri tematici. 

Tra gli eventi è spiccata la presenza del climatologo, premio Nobel per la pace, Carlos Nobre che dal Brasile quest’anno è stato ospite d’eccezione del festival.
Il Brasile è per noi un luogo importante dove Solarfast lavora da anni con Solarfast do Brasil, Azienda partner, attiva del paese sudamericano con sedi a Fortaleza e Belo Horizonte.

Dirama Festival Ph. Tommaso Pirovano

La presenza del premio Nobel ha riportato l’attenzione della città sull’importanza di preservare la foresta amazzonica, ambiente naturale preziosissimo per l’intero pianeta. 

Durante l’interessante conferenza Nobre ha ampiamente parlato del cambiamento climatico e dell’importanza di preservare gli ecosistemi amazzonici nei quali è fondamentale contrastare la deforestazione in atto, non solo per i benefici che questo porta all’amazzonia e al Brasile ma al mondo intero. L’accento è posto sulla deforestazione in atto in questi territori che avviene a vantaggio in particolar modo degli allevamenti intensivi e degli interessi economici. 

Dirama Festival Ph. Tommaso Pirovano

Un’analisi puntuale del ruolo che le foreste ricoprono, non solo in quanto “polmoni verdi del nostro pianeta” o per l’equilibrio climatico mondiale, ma anche luogo insostituibile di preservazione della biodiversità delle specie animali e vegetali e preziosa risorsa per l’uomo: le popolazioni indigene che abitano queste terre conservano e perpetuano conoscenze che hanno un valore incalcolabile nella convivenza uomo e natura.

Solarfast coglie questa occasione per ripensare all’importanza del proprio ruolo di impresa sui territori in cui opera e conferma l’impegno a investire nelle energie rinnovabili e a sostengo delle realtà locali che, come Dirama e Legambiente, operano ogni giorno per un futuro più sostenibile e di pace. 

La crescita e lo sviluppo delle energie rinnovabili nel nostro paese ha una storia spesso complicata e altalenante ma come ci è capitato di raccontare spesso la spinta impressa per superare la crisi energetica nei mesi scorsi è stata forte e ha contribuito in modo sostanziale a raggiungere obiettivi impensabili in Europa anche solo fino a un paio di anni fa.

I 3Gw prodotti dall’Italia nel 2022 da fonti rinnovabili non sono tantissimi rispetto agli obiettivi che ci siamo prefissi per il 2030 (dove vorremmo raggiungere il 30% di energia prodotta da rinnovabili) e soprattutto a confronto con le altre nazioni europee con in testa la Germania che lo scorso anno ha prodotto ben 11Gw ma le prospettive di miglioramento sono in atto e un aiuto concreto sta arrivando ora dal PNRR.

A cosa serve il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è cosa nota; attivato per sostenere le politiche di sviluppo su tre assi principali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale non è però appannaggio delle sole istituzioni pubbliche. Infatti sempre di più anche enti privati hanno contribuito a progetti di interesse comunitario e tra questi molti puntano a sostenere la transizione energetica.

Ma cosa offre il PNRR rispetto agli interventi energetici rinnovabili?
Innanzitutto il PNRR aveva stanziato 59,47 miliardi alla voce: ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’ e recentemente per sostenere start-up innovative è stata deliberata la creazione di un fondo il Green Transition Fund (GTF) di 250 milioni in sovvenzioni, che segue il più grosso investimento da 1 miliardo di euro stanziato per sostenere la voce ‘Rinnovabili e Batterie’ nei diversi campi di applicazione:

Fin qui tutto bene ma spesso poi i progetti avviati si bloccano nelle burocrazie del bel paese, per questo il PNRR-ter, deliberato ad Aprile 2023, ha spinto ulteriormente verso la semplificazione di queste procedure.
Le norme contenute in questo decreto puntano sostanzialmente all’ampliamento delle aree su cui è possibile installare impianti rinnovabili, per lo più si parla di fotovoltaico ed eolico, e alla semplificazione delle burocrazie.
La norma più significativa è quella dell’eliminazione della (VIA) Valutazione di impatto ambientale fino al 2024 per i progetti che hanno già ottenuto una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per le seguenti categorie:

A questa si aggiunge la semplificazione di tutte le procedure di manutenzione ordinaria e straordinaria sia per gli impianti fotovoltaici che eolici esistenti, che ora non necessitano più di lunghe burocrazie per essere attivate.


Le agevolazioni per l’agrovoltaico di cui avevamo parlato in un articolo recente (leggi qui) e il sostegno alle Comunità energetiche.

Certamente la strada intrapresa è positiva e di grande respiro, serve pero un impegno costante per mantenere gli impegni e raggiungere l’ambizioso ma possibile obiettivi che ci siamo dati per il 2030.

Fonti:
PNRR Rinnovabili e Batterie

Solarfast sostiene e invita a partecipare a Dirama, il festival bergamasco dedicato alla sostenibilità ambientale, un incontro internazionale per riflettere su natura, relazioni e cura del territorio.

In un periodo storico minacciato dai cambiamenti climatici, in cui stare in natura si fa urgenza collettiva, prendere consapevolezza del territorio che ci circonda permette di riscoprire come abitarlo in maniera responsabile e prendersene cura. È così che dirama, fiancheggiato da Solarfast, propone attività adatta a tutte le età, per avvicinare e promuovere le buone pratiche ambientali, nella trasmissione di valori che partono dal rispetto verso l’ambiente.

Passeggiate e biciclettate nella natura, presentazione di libri, teatro, workshop, dibattiti e laboratori adatti anche ai più piccoli. Il festival organizzato da Legambiente Bergamo sui temi della sostenibilità ambientale e valorizzazione del territorio naturalistico è giunto alla quinta edizione. Saranno più di 40 gli eventi e gli incontri in programma in provincia di Bergamo dal 16 giugno al 9 luglio, un modo attivo e partecipato per prendersi a cuore l’ambiente che abitiamo, rispettandolo e proteggendolo.
Natura, ecologia, flora e fauna, non sono gli unici argomenti affrontati dal festival nel corso delle cinque edizioni, si è parlato anche di progettazione partecipata, cittadinanza attiva, mobilità sostenibile.

A supportare il festival ci siamo noi di Solarfast, con la nostra lunga esperienza nel settore delle rinnovabili. «Ci sentiamo dei pionieri, per quanto riguarda la produzione di energia elettrica da fotovoltaico – spiega il co-founder di Solarfast Nicola Scandella – abbiamo abbracciato con entusiasmo questo mondo sin dal 2005 con la realizzazione dei primi impianti industriali fino ad oggi. Il SOLE è l’elemento naturale forse più importante ed Il fotovoltaico a quasi 20 anni dalle prime importanti installazioni è risultato essere il più democratico e fruibile  impianto di produzione di energia , installabile in ogni luogo assolato , e di qualsiasi taglia cosi da soddisfare le molteplici esigenze dei diversi consumatori».

Legambiente Bergamo insieme a molte associazioni, istituzioni e gruppi del territorio, si pongono l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio naturalistico e culturale della provincia di Bergamo e delle sue comunità. Riflettere e fare, mettendo in connessione le persone che operano in direzione di buone pratiche per il futuro in internazionalità che guarda e ascolta anche oltre i confini cittadini e nazionali.

Proprio facendo riferimento al periodo in cui si è verificata la crisi energetica, le nuove analisi rivelano che le energie rinnovabili hanno generato più elettricità rispetto ai combustibili fossili durante l’inverno, per la prima volta in Europa.

Mentre l’Europa si avviava verso la fine del 2022, la crisi del gas in corso unita alla bassa produzione nucleare e idroelettrica hanno portato preoccupazioni su come i paesi avrebbero tenuto le luci accese durante l’inverno. Ora, guardando indietro agli ultimi sei mesi, è chiaro che il sistema energetico europeo ha superato con successo la tempesta. Esaminando la produzione di energia e le variazioni della domanda di elettricità nei paesi dell’UE nei mesi invernali è possibile capire come è andato l’inverno e quali lezioni l’UE può trarre.

Superando ampiamente l’obiettivo comune Ue del -15%, lo scorso inverno il consumo di gas in Italia è sceso di oltre il 18%, il dato è stato reso noto da Eurostat. Varcando così il limite imposto lo scorso agosto tramite il piano RePower EU e raggiungendo un decremento dell’uso di gas fossile nella stagione termica 2022-23 del -17,7%. Il paese più virtuoso è stato la Finlandia con -55,7%, che ha raggiunto l’obiettivo anche grazie a un boom dell’energia eolica (+14,1%).

Tenuto conto della crisi energetica dell’inverno 2022-2023, la domanda di energia prodotta da combustibili fossili è diminuita del dodici per cento rispetto all’inverno precedente. Le energie rinnovabili hanno, invece, prodotto il quaranta per cento dell’elettricità dell’Unione europea tra ottobre 2022 e marzo 2023, contro i combustibili fossili fermi al 37 per cento.

Le rinnovabili dimostrano inoltre come abbandonare il carbone sia realmente possibile. Il generalizzato ritorno al carbone paventato durante la crisi energetica non si è mai verificato e le centrali riattivate nel timore di carenza di energia sono state utilizzate mediamente a un quarto delle loro capacità.

I diffusi tagli alla domanda hanno permesso all’Unione europea di ridurre il consumo di elettricità per un valore di 12 miliardi di euro durante l’inverno.  Il think tank energetico Ember fa notare come le riduzioni della domanda possano essere attribuite, sì, a temperature invernali superiori alla media in tutta Europa, ma anche alle misure di risparmio energetico del governo e alle azioni dei cittadini.

“L’Europa ha dovuto affrontare un inverno di crisi, con costi energetici in aumento e problemi di approvvigionamento innescati dall’invasione russa dell’Ucraina”, è stato il commento di Chris Rosslowe, analista di Ember. “L’Europa ha superato quei mesi difficili, ma non può fare affidamento sui tagli della domanda in momenti di emergenza e sul clima mite per gli anni futuri”.

Anche ad aprile secondo i dati dell’ultimo rapporto mensile sul sistema elettrico di Terna, le fer elettriche hanno contribuito per il 45,5% della produzione totale netta nazionale con oltre 8,7 TWh. E hanno coperto il 36,5% dei consumi.

In linea con le attuali emergenze climatiche, cresce il bisogno di terreni agricoli e di superfici per l’installazione di impianti fotovoltaici. C’è un sistema in grado di riunire due necessità: il sistema agrivoltaico, che congiunge lo sviluppo dell’agricoltura alla generazione di energie rinnovabili. I moduli solari installati sopra i campi possono velocizzare la strada verso l’utilizzo di nuove energie proteggendo, al tempo stesso, le importanti coltivazioni agricole. L’agrivoltaico, in Italia, è un tema di forte attualità anche nel dibattito della gestione del Paese, trattandosi di una risorsa sia per la produzione di energia nazionale, che come strumento tecnologico per l’agricoltura.

Cos’è l’agrivoltaico?

Si tratta di un impianto fotovoltaico posizionato su un terreno destinato ad attività agricole o per allevamento. Tale sistema prevede soluzioni con montaggio di moduli elevati da terra, anche con rotazione, in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale. L’agrivoltaico prevede inoltre la realizzazione di sistemi di monitoraggio dell’impatto su colture, risparmio idrico, produttività, continuità delle attività delle aziende agricole, recupero della fertilità del suolo, microclima e resilienza ai cambiamenti climatici.

Il Mase approva il decreto incentivi

Il provvedimento ministeriale definisce criteri e modalità per la concessione dei benefici ai nuovi impianti agrovoltaici nazionali con l’obiettivo di sostenere una capacità produttiva energetica addizionale di 1,04 GW. La misura di investimento del PNRR prevede l’implementazione di sistemi ibridi agricoltura-fotovoltaico che non compromettano l’utilizzo dei campi, ma contribuiscano alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende coinvolte.

“L’autonomia energetica si costruisce anche puntando sulla vocazione agricola di una grande parte del nostro Paese”, spiega in una nota stampa il Ministro Pichetto. “Oggi la sfida, che questo decreto interpreta con grande attenzione, è far coesistere nei campi l’eccellenza agricola con soluzioni nuove per generare energia pulita, aprendo opportunità di crescita del settore nel segno della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente”.

Il decreto ministeriale disciplina gli incentivi per gli impianti agrivoltaici avanzati, prevedendo il riconoscimento di un contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili; dall’altro una tariffa a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete.

Annunciato con un tweet dalla presidenza svedese dell’Ue, dopo 15 ore di negoziato, l’accordo raggiunto dalle istituzioni Ue sulla nuova direttiva per promuovere e regolamentare le energie rinnovabili.

Con l’accordo stabilito, l’obiettivo per la quota di consumi finali di energia elettrica da coprire con fonti rinnovabili entro il 2030 sale al 42,5%, 10,5 punti in più rispetto a quanto inizialmente concordato. Una decisione che si colloca a metà strada tra il 45% chiesto dalla Commissione europea e dagli eurodeputati e il 40% chiesto dagli Stati membri.

Lo ha reso noto Markus Pieper (Ppe, Germania) relatore del provvedimento per l’Europarlamento. Il contributo obbligatorio delle rinnovabili sale non solo rispetto all’attuale 32%, ma anche a quanto proposto dalla Commissione nel pacchetto clima del 2021 (40%). Con il RePowerEU l’Esecutivo Ue aveva proposto il 45%.  

Il testo approvato prevede una serie di procedure facilitate e velocizzate per l’autorizzazione delle infrastrutture adibite alle energie rinnovabili, con l’istituzione di alcuni territori specifici in cui le norme saranno alleggerite drasticamente. Prevede poi una quota del 49% di fonti rinnovabili nel consumo energetico degli edifici, con una traiettoria di ecologizzazione progressiva e vincolante per il riscaldamento e il raffreddamento attraverso obiettivi nazionali specifici.

Sempre via twitter, la Commissaria europea all’energia Kadri Simson dihiara: “Accolgo con favore l’accordo provvisorio con il Parlamento e il Consiglio su una serie rafforzata di norme sulle energie rinnovabili. Abbiamo raggiunto un compromesso ambizioso. La nuova direttiva rinnovabili è un passo importante nella realizzazione del Green Deal e del RePower Eu”.

Restando in tema, i Paesi Ue hanno approvato in via definitiva la proroga di un altro anno, fino al 31 marzo 2024, del regolamento di emergenza sulla riduzione della domanda di gas naturale, che prevede il taglio coordinato del 15% dei consumi su base volontaria. L’adozione formale è arrivata dopo il via libera espresso dai ministri dell’Energia.

Sono 20.000 i metri quadrati di superficie occupati dal nuovo parco fotovoltaico Solarfast. Si trova a Capo d’Orlando, nella zona denominata Mirto. Qui Solarfast installa più di 3000 moduli fotovoltaici  per un parco produttivo da 700kw. 

L’energia prodotta è destinata prevalentemente alla fornitura del mercato da energia verde, parliamo di una produzione in grado di portare energia a un numero stimato di circa 350 abitazioni equivalente a 40 attività artigianali ogni anno. 

Si conferma l’approccio progettuale e di investimento di Solarfast che, dopo l’attivazione della pala eolica da 100kw a pietra monte corvino in provincia di foggia lo scorso aprile, rinnova l’obiettivo di realizzare progetti con una puntuale attenzione alla sostenibilità, che in questo caso si realizza preferendo l’utilizzo di un suolo già compromesso all’uso di nuove porzioni di territorio.

“Solarfast continuerà  a investire sulla produzione diretta di energia da fonti rinnovabili ma soprattutto a sviluppare progetti che tengano conto in primo luogo dell’impatto ambientale e sociale sui territori. Non è più possibile pensare alla realizzazione di un progetto senza considerare il contesto in cui questo si inserisce  e il valore reale che può portare“, commenta Nicola Scandella, amministratore delegato di Solarfast.

L’impianto “Mirto”, realizzato anche per mezzo degli  incentivi ministeriali previsti dal conto energia del 2012, è infatti il primo risultato visibile di una collaborazione progettuale con Tetragreen Energy che da sempre è impegnata nello sviluppo di impianti di produzione  di energia recuperando aree dismesse che ci vedrà protagonisti a breve di nuovi investimenti green sempre in Sicilia.

La Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il nuovo Green Deal Industrial Plan (GDIP), piano industriale europeo, è stato lanciato a febbraio dalla Commissione UE con l’obiettivo di accelerare la transizione verde e proteggere la competitività dell’industria europea delle tecnologie pulite. Un terzo dei 1800 miliardi di euro di investimenti del piano per la ripresa NextGenerationEU e il bilancio settennale EU finanzieranno il Green Deal, che trasformerà l’Unione Europea in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva.

Il piano, annunciato da Ursula Von Der Leyen, al World Economic Forum di Davos, si basa su iniziative precedenti e fa leva sui punti di forza del mercato unico dell’UE, integrando le azioni intraprese nell’ambito dell’European Green Deal e di REPowerEU. GDIP mira a predisporre un ambiente più favorevole all’aumento della capacità produttiva dell’UE per le tecnologie e i prodotti a zero emissioni necessarie a raggiungere gli obiettivi dell’Europa per la neutralità climatica nel 2050.

Sono quattro i pilastri su cui si basa il programma:

1. Un’attenzione particolare alla semplificazione della normativa con un iter più semplice per facilitare le industrie net zero, ovvero processi autorizzativi più veloci per iniziative legate alle fonti rinnovabili. Inoltre, promozione di progetti strategici su suolo comunitario e sviluppo di standard che supportino la diffusione di tecnologie a ridotto impatto ambientale nel mercato unico europeo, con spazio di libera circolazione di merci e persone.

2. Per l’ accelerazione dell’accesso ai finanziamenti la Commissione Europea ha preparato e inviato agli stati membri una bozza del Temporary state aid crisis and transition framework, in adattamento allo State aid temporary crisis framework. Uno strumento pensato, appunto, per sbloccare più facilmente i finanziamenti pubblici. L’esecutivo europeo vuole facilitare la concessione degli aiuti di Stato all’interno dei Paesi membri, mantenendo la leale concorrenza tra le mura del mercato unico ed evitando la frammentazione nazionale legata alle diverse tipologie di sostegno in tempo di pandemia.

3. Aggiornamento delle competenze per realizzare la transizione e il rafforzamento della cooperazione commerciale globale per le tecnologie pulite. Con lo European year of skills, l’esecutivo prevede di istituire le Net-zero industry academies per avviare programmi di aggiornamento e di apprendimento utili sia al posizionamento delle nuove leve in settori strategici sia alla convergenza di finanziamenti pubblici e privati.

4. Incremento della cooperazione. Per garantire il pieno sviluppo delle tecnologie a ridotto impatto ambientale la Commissione evidenzia l’importanza di promuovere la propria attività nel pieno rispetto dei principi della concorrenza leale e del libero scambio, oltre che di lavorare in collaborazione con la World trade organisation, l’Organizzazione mondiale del commercio. Alla base degli accordi di libero scambio, che saranno siglati all’interno della cornice del Free trade agreements o di altre forme di cooperazione, c’è la volontà di proteggere il mercato unico da distorsioni nella concorrenza sleale provocate da sovvenzioni estere, Cina e Stati Uniti in particolare.

Con l’obiettivo di decarbonizzare il sistema elettrico, per salvaguardare l’ambiente e la biodiversità, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale ha firmato nuovi Protocolli d’intesa con le associazioni ambientaliste, rinnovando per i prossimi tre anni la collaborazione tra le parti.

Gli accordi tra e le associazioni ambientaliste consentiranno di avviare un confronto sugli scenari energetici futuri e sulle innovazioni tecnologiche delle reti elettriche per il sostegno alle fonti di energia rinnovabile, sulla base degli obiettivi fissati dai pacchetti legislativi europei e delle direttive nazionali contenute nel PNIEC e nel PNRR. 

«Il rapporto di collaborazione – spiega il comunicato stampa – mira a un sempre più ambizioso miglioramento della sostenibilità ambientale del Piano di Sviluppo decennale della rete di trasmissione italiana e del Piano Industriale di Terna, in ottica di decarbonizzazione del sistema elettrico, anche attraverso un concreto e costante dialogo e confronto istituzionale su materie e provvedimenti di reciproco interesse».

Obiettivo dei nuovi protocolli di collaborazione è quello di creare reti sempre più ecologiche e relazionate ai territori per facilitare gli iter autorizzativi e accelerare la transizione energetica. La collaborazione mira a rafforzare, dal punto di vista della sostenibilità, il Piano di Sviluppo decennale della rete di trasmissione italiana e del Piano Industriale di Terna, ideando nuove strategie comuni per raggiungere la completa decarbonizzazione del sistema elettrico.

Fulcro della transizione, i territori: verranno progettati sistemi per sfruttare e integrare le risorse per produrre e accumulare energia rinnovabile, in particolare con impianti eolici offshore. Si tenterà inoltre di monitorare il rispetto dei criteri ambientali nei processi di Pianificazione Integrata dello Sviluppo della rete elettrica, ideando nuovi indicatori.

Le intese si prefiggono l’obiettivo di incrementare, per quanto possibile, e di monitorare il livello di integrazione dei criteri ambientali all’interno del processo di Pianificazione Integrata dello Sviluppo della rete elettrica, anche valutando la definizione di nuovi indicatori prestazionali, laddove la normativa vigente non risulti sufficientemente sfidante dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Infine, le parti si impegnano ad agire sugli aspetti normativi che consentono l’accelerazione delle autorizzazioni delle opere infrastrutturali necessarie per traguardare la transizione ecologica nei tempi previsti dalle policy nazionali e nel rispetto dei requisiti di sicurezza e di qualità del servizio elettrico.