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Secondo il nuovo Rapporto pubblicato dal think tank energetico Ember la crisi energetica ha accelerato la transizione elettrica dell’Europa e nel 2022 l’eolico e il fotovoltaico hanno generato il 22% dell’elettricità, superando per la prima volta il gas fossile, al 20%. Nonostante la crisi energetica, la percentuale di energia da carbone è aumentata solo dell’1,5%, arrivando a generare il 16% dell’elettricità dell’UE nel 2022, con un calo su base annua negli ultimi quattro mesi del 2022.

Buone notizie per l’energia sostenibile da fonti rinnovabili e per il mondo, ma esiste un modo dal basso, che permetta ad ogni singolo individuo di essere parte di questa evoluzione? Oltre al processo di transizione attraverso l’installazione di impianti green, è possibile fare bene al pianeta ogni giorno? Lo è, seguendo quelli che vengono definiti “comportamenti ecologici”, ovvero attuando condotte rilevanti per l’ambiente e/o significative in senso ambientale. 

Prima di tutto, prima di fare, è necessario iniziare a “non fare”: non sprecare. Sembra scontato, ma il primo passo per la salvaguardia dell’ambiente è limitare gli sprechi. In generale, l’opzione più ecologica è sempre quella di consumare solo il necessario. Diminuendo i consumi, si produce meno inquinamento e rifiuti, ciò rende più invogliati a riciclare. Evitare dispersione di energia elettrica staccando sempre le prese inutilizzate e spegnendo gli apparecchi anziché scegliere la modalità standby, consente di evitare che i dispositivi elettronici consumino anche quando non serve. Apporre un riduttore di flusso ai rubinetti aiuterebbe contro la dispersione dell’acqua, così come eliminare oggetti in plastica, optando per plastica “green” completamente biodegradabile, è una scelta contro l’inquinamento. Questi sono solo alcuni esempi, ma vediamo quali sono le cinque macro-aree in cui i “comportamenti ecologici” fanno la differenza:

Riciclo 

L’unico modo sostenibile di smaltire i rifiuti civili e industriali è la raccolta differenziata. Può sembrare una banalità, ma riciclare è fondamentale per il nostro ambiente. L’obiettivo è cercare di far durare il più a lungo possibile ciò che viene utilizzato, e in seguito, differenziare gli scarti per categoria, per permettere il riutilizzo di tutti i materiali che possono essere rilavorati e riusati per nuove applicazioni. La maggior parte delle città ha un sistema di riciclaggio e, secondo le stime di Legambiente, riciclando la metà dei propri rifiuti si riduce la CO2 e i gas inquinanti emessi in atmosfera di una quantità tra i 150 e i 200 chili all’anno.

Abbassare il termostato

Se tutti in Europa decidessero di regolare i termostati a una temperatura media di 19 gradi, anziché i consueti 20, si risparmierebbero ben 10 miliardi di metri cubi di gas naturale. Una risorsa non rinnovabile da preservare, con un impatto immediato in termini di emissioni in atmosfera. Potremmo iniziare a farlo?

Migliorare l’illuminazione

Anche questo può fare la differenza, sia in termini di emissioni di CO2 dovute alla produzione di energia, che sulla bolletta. Nella progettazione di spazi, che siano lavorativi, sociali o privati, è utile favorire il più possibile l’ingresso di luce naturale tramite finestre esposte a sud, oltre all’uso di luci a LED. Per quanto riguarda uffici e aree commerciali, le amministrazione aziendale dovrebbero garantire un maggiore controllo riguardo all’accensione e spegnimento delle luci, spesso perennemente accese, anche quando l’illuminazione naturale è più che sufficiente. 

Mobilità sostenibile

Il settore dei trasporti ha un grande impatto sull’ambiente: per questo è importante che sia sostenibile. I trasporti in Europa sono causa del consumo di circa un terzo del consumo totale di energia e di un quinto delle emissioni di gas serra, a cui si aggiungono altre tipologie di emissioni responsabili dell’inquinamento atmosferico urbano. La mobilità sostenibile è un sistema ideale dei trasporti che permette di ridurre l’impatto ambientale del settore, rendendo al contempo gli spostamenti più efficienti e veloci. Ciò cambia a seconda delle caratteristiche personali e del territorio in cui ci si sposta, ed è il frutto di un’integrazione tra diversi mezzi di trasporto. Questo tipo di mobilità comprende, oltre al trasporto pubblico, la mobilità dolce (ovvero spostarsi senza motori ma con la forza fisica), la condivisione di veicoli (come car sharing o car pooling) e l’impiego di veicoli elettrici al posto di quelli a combustibili fossili.

Second hand

Ogni anno un milione di tonnellate di tessile viene gettato via praticamente nuovo. Per la produzione di un singolo chilo di cotone vergine si producono 33 chili di anidride carbonica, ma la quantità può salire per i tessuti sintetici. Un cellulare, un vestito passato di moda, i fondi del caffè, una bicicletta, tutto ha una seconda vita e fare acquisti di seconda mano ha più impatto di quanto si pensi. Dopo la sottoscrizione del Pacchetto sull’Economia Circolare (2015), e con l’obiettivo di attuare il Circular Economy Action Plan in ogni settore economico, l’Unione Europea ha previsto la direttiva 851/2018 che obbliga al riciclo dei rifiuti tessili entro l’1 gennaio 2025. Direttiva che l’Italia ha deciso di anticipare all’1 gennaio 2022. 

Crescono le installazioni eoliche in Europa. Nonostante le difficoltà, dai lunghi iter burocratici delle autorizzazioni ai rallentamenti nelle catene di approvvigionamento, il settore ha chiuso il 2022 in crescita rispetto l’anno precedente. Un più 33% che si traduce in oltre 15 GW di nuova capacità eolica installata nel Blocco. Un impegno alla crescita che si è fatto notare soprattutto in Italia e in Germania, rispettivamente con 7 e 3 GW di nuove autorizzazioni.

Le energie rinnovabili in Germania hanno coperto circa il 47% del consumo lordo di elettricità nel 2022. Lo dimostrano i calcoli preliminari del Center for Solar Energy and Hydrogen Research Baden-Württemberg (ZSW) e dell’Associazione federale per la gestione dell’energia e dell’acqua (BDEW). I dati più recenti mostrano come la quota verde sia aumentata del 5% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo tedesco è portare le rinnovabili nel Paese a coprire l’80% dei consumi elettrici nazionali, raddoppiando la capacità eolica a terra e triplicando quella fotovoltaica. Secondo i calcoli preliminari, nel 2022 sono stati generati in totale circa 574 milioni di MWh elettrici, di cui 256 milioni da fonti rinnovabili. Le turbine eoliche a terra rappresentano la quota maggiore della produzione verde, seguite dagli impianti fotovoltaici e dalle biomasse.

Il 2022 dell’eolico britannico chiude con il terzo record dell’anno. Il 30 dicembre le turbine onshore e offshore hanno generato 20,918 GW di elettricità. La media nazionale dei venti quel giorno è stata di poco più di 22 km/h, ma le coste scozzesi e il mare del Nord sono stati spazzati da raffiche fino a 96 km orari. Il nuovo record eolico in UK supera così i 19,9 GW raggiunti lo scorso maggio e i 20,896 GW del 3 novembre, quando l’energia dal vento aveva soddisfatto da sola il 53% del fabbisogno inglese. Nel 2022 le energie rinnovabili hanno fornito il 40% dell’elettricità britannica, in aumento del 5% rispetto al 2021. Il contributo di eolico e solare, insieme a idroelettrico e biomassa, è quadruplicato negli ultimi 10 anni.

In Norvegia, la prima turbina eolica galleggiante ad asse verticale (VAWT – vertical axis floating wind turbine) è pronta per l’acqua. La Direzione per le risorse idriche e l’energia ha dato il suo benestare all’installazione e valutazione di S2x, l’aerogeneratore prototipale realizzato dalla SeaTwirl. La macchina, una VAWT da 1 MW, sarà testata a 700 metri dalla costa nella contea norvegese di Rogaland, presso una delle aree gestite dal METCenter. La turbina eolica galleggiante ad asse verticale ha un diametro di 50 metri e un’altezza complessiva di 135 metri di cui però solo 55 sporgono sopra la superficie dell’acqua. Progettato per lavorare anche con velocità del vento di 50 metri al secondo, l’aerogeneratore S2x offre alcuni vantaggi rispetto alle classiche turbine ad asse orizzontale. La particolare architettura permette, infatti, di installare le turbine con un assetto più compatto. Inoltre non servono macchinari complessi e controlli direzionali per intercettare la direzione del vento e il posizionamento dei componenti essenziali della turbina eolica, compreso il generatore, vicino alla superficie dell’acqua riduce significativamente i costi di manutenzione e rende molto più facile l’accesso.Lo smaltimento delle pale eoliche rappresenta ancora un problema, ma le soluzioni iniziano a intravedersi. La società danese Continuum ha annunciato di essere pronta a realizzare in Europa sei impianti per lo smaltimento delle pale in grado di offrire un servizio end-to-end su scala industriale. Grazie all’investimento di Climentum Capital e a una sovvenzione britannica della “Offshore Wind Growth Partnership”, la società prevede di rendere operativo il primo dei sei impianti nella città danese di Esbjerg entro la fine del 2024 e un secondo nel Regno Unito poco dopo. Entro la fine del decennio dovrebbero aggiungersi altre 4 strutture in Francia, Germania, Spagna e Turchia.

Grazie alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019 sono state introdotte anche nel nostro Paese le “Comunità Energetiche Rinnovabili” previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE). Ma di che cosa si tratta?

Il Decreto Milleproroghe recepisce l’adeguamento italiano alla Direttiva Europea n.2001 del 11/12/2018 in quanto a Fonti Energetiche Rinnovabili. La Direttiva UE, detta anche RED II, è il risultato di un movimento energetico a livello europeo, e prevede tra le varie norme in materia di sostenibilità energetica anche il sostegno finanziario alla produzione e l’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili. La Direttiva vede l’energia proveniente da FER come indispensabile per un mercato dell’energia equo e sostenibile, basato su economia circolare, che promuova l’innovazione tecnologica e porti al contempo benefici ambientali, sociali, sanitari ed economici.

Che cosa è una comunità energetica, quindi?

Una comunità energetica è un’associazione composta da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, i quali scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. L’autoconsumo di energia è perciò una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un soggetto giuridico, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali. 

Le comunità energetiche possono essere di due tipi: le Comunità Energetiche Rinnovabili si basano sul principio di autonomia tra i membri e sulla prossimità degli impianti di generazione, queste comunità possono gestire tutta l’energia (elettricità, calore, gas) a patto che siano generate da una fonte rinnovabile; le Comunità Energetiche di Cittadini non prevedono i principi di autonomia e prossimità e possono gestire solo l’elettricità. 

Come esserne parte?

L’autoconsumo di energia si può realizzare a tre livelli: individuale, collettivo e di comunità. In Italia le ultime due tipologie sono riconosciute legalmente dal 2020. Sia per chi abita in un condominio o in una casa singola o abbinata, per essere parte attiva del cambiamento energetico serve un impianto fotovoltaico con accumulo. In alternativa si può essere semplici consumer dotandosi di un controller per l’accesso a una piattaforma digitale che gestisce le Comunità Energetiche.

Energy box è un dispositivo che comunica con i sensori installati nell’abitazione e che trasmette i dati raccolti ad una piattaforma cloud che li analizza e fornisce all’utente dei suggerimenti per ottimizzare i consumi. Grazie a questi sensori l’utente può essere informato e gestire i dispositivi della propria abitazione anche a distanza tramite app o pc. Si tratta di un componente fondamentale dell’architettura tecnologica di una smart home, che attraverso sensori rileva e presenta graficamente l’andamento dei dispositivi dell’abitazione. Negli edifici o nelle reti residenziali i dati monitorati dai sensori presenti nelle abitazioni vengono trasmessi ad una piattaforma cloud di aggregazione, dove i dati acquisiti sono immagazzinati ed organizzati per effettuare analisi ed elaborazioni successive.

Perché farlo?

Oltre ai benefici ambientali, appartenere ad una comunità energetica comporta una serie di vantaggi economici: maggiore energia si autoconsuma direttamente e maggiore è la riduzione delle componenti variabili in bolletta; produrre energia con un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti; recupero di una parte dei costi di realizzazione per imprese e privati.

Dove sono le comunità energetiche in Italia?

Cooperativa di Melpignano, Melpignano (LE) – La cooperativa nasce dalla collaborazione tra Legacoop e l’amministrazione comunale con l’obiettivo di produrre energia utilizzando pannelli fotovoltaici posti sui tetti degli edifici pubblici e privati della città.

Comunità pinerolese, Pinerolo (TO) – La comunità comprende: quindici impianti fotovoltaici non domestici; centrali idroelettriche e produzione di biogas. Viene utilizzato anche il gas naturale con un sistema di cogenerazione ad alta efficienza (TOTEM).

GECO – Green Energy COmmunity, Bologna – GECO è il progetto pilota che porterà alla creazione della comunità energetica di Pilastro-Roveri (BO). Il progetto intende rendere il sistema energetico locale più efficiente e resiliente, puntando sulla figura del prosumer, il cittadino, allo stesso tempo produttore e consumatore di energia da fonti rinnovabili. 

CER – Energy City Hall, Magliano Alpi (CN) – Il Comune di Magliano Alpi, con il suo impianto fotovoltaico da 20 kWh installato sul tetto del Palazzo comunale, condivide la propria energia pulita prodotta proponendosi come coordinatore della CER oltre che produttore e consumatore.

Dopo l’installazione a Pietra Monte Corvino (Fg) di una pala eolica da 100kw a gestione diretta – un generatore in grado di produrre 250.000 kWh annui – Solarfast estende l’offerta di energia da fonti rinnovabili destinata alla vendita con l’acquisizione di un nuovo impianto fotovoltaico in provincia di Bergamo.

Solarfast s.r.l. ha, infatti, recentemente concluso le operazioni di acquisto dell’impianto fotovoltaico dell’azienda Rodeschini S.P.A. di Gorle (BG). Un impianto progettato dalla stessa Solarfast nel 2011, dotato di 4242 moduli da 235 W installati sulla copertura dell’edificio industriale, con la particolare caratteristica di essere multiesposto ed avere più inclinazioni.

La vendita dell’impianto comporta la cessione degli incentivi da un’azienda all’altra, con la conseguente messa sul mercato dell’energia prodotta.

Nel dettaglio, si tratta un’installazione da 1M di kWh annui (in grado quindi di soddisfare la richiesta energetica di circa 300 abitazioni) che produrrà energia verde italiana con Garanzia di Origine (GO), la certificazione elettronica che attesta l’origine rinnovabile delle fonti d’energia utilizzate, provenienti dagli impianti qualificati IGO. In conformità con la Direttiva 2009/28/CE, ogni titolo GO è rilasciato dal GSE per ogni MWh di energia elettrica immessa in rete.

I consumi elettrici italiani sono in costante calo: a Ottobre 2022 la domanda di energia è scesa a 24,6 miliardi di kWh dai 25,9 miliardi di settembre. Una diminuzione che appare ancora più grande se confrontata con l’anno precedente. La flessione è essenzialmente legata ai consumi industriali: la domanda delle imprese energivore è scesa, infatti, del 6,1% rispetto al dato 2021; ma anche le temperature in aumento hanno determinato il cambiamento dei dati. Secondo i dati raccolti dal gestore nazionale Terna, a ottobre la domanda di elettricità nel nostro Paese è stata pari complessivamente a 24,6 miliardi di kWh, un valore in diminuzione del 6,6% rispetto allo stesso mese del 2021.

Nel mese di ottobre, la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’85,7% con la produzione nazionale e per la quota restante (14,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 21,3 miliardi di kWh, in diminuzione del 4,6% rispetto a ottobre 2021. Le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 6,9 miliardi di kWh, coprendo il 28% della domanda elettrica in particolare grazie al fotovoltaico +17,6% (rispetto al 2021).

Ora che pare sbloccarsi la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, bloccata da anni, secondo le rilevazioni Terna illustrate nel report mensile, considerando tutte le fonti rinnovabili nei primi 10 mesi del 2022 l’incremento di capacità in Italia supera complessivamente i 2.350 megawatt, registrando una notevole crescita (+143%) rispetto allo stesso periodo del 2021. Da un decennio non si riusciva a superare la soglia di 800-1.000 megawatt istallati l’anno.

Secondo i dati di E-Distribuzione, la società del gruppo Enel che si occupa di distribuire energia elettrica in tutta Italia, oggi sono connessi alla rete oltre un milione di produttori di rinnovabili, che si sono dotati di appositi impianti sia per generare energia, destinata all’autoconsumo, sia per immetterla nella rete a beneficio della collettività.

I sistemi di accumulo in Italia stanno per toccare quota 160mila, per una potenza complessiva di 949MW e una capacità massima di 1.816 MWh. La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati, seguita dal veneto. Si registra una crescita del fotovoltaico dovuta alle nuove installazioni presenti sul territorio, mentre scende la produzione di energia rinnovabile attraverso fonti idriche e eoliche.

Nell’ultima settimana sono giunte tre buone notizie dal nostro continente, si tratta di passi iniziali, concreti, nella lotta all’emergenza ambientale.

Francia. Il Senato ha approvato in prima lettura un articolo di legge che prevede l’obbligo di copertura da pannelli fotovoltaici in tutti i parcheggi con più di 80 posti sul territorio nazionale. Il testo del disegno di legge, che riguarda per esteso la transizione verso fonti di energia rinnovabili, verrà discusso a dicembre dalla camera bassa del parlamento francese: l’assemblea nazionale. La proposta ha l’obiettivo di incrementare l’energia prodotta da fonti rinnovabili, come anticipato da Macron nei mesi scorsi.

Il disegno di legge prevede che i pannelli solari debbano ricoprire almeno la metà della superficie di ogni parcheggio. Previa approvazione, le disposizioni entrerebbero in vigore il primo luglio del 2023: i proprietari dei parcheggi che hanno dagli 80 ai 400 posti avrebbero cinque anni per adeguarsi, mentre quelli con più di 400 posti dovrebbero essere adeguati in tre anni.

Spagna. Dall’anno accademico 2024-2025 gli studenti dell’Università di Barcellona dovranno seguire un corso sulla crisi ecologica. Per una settimana gli studenti dell’Università di Barcellona, guidati in particolare dal collettivo ambientalista “End Fossil”, hanno manifestato per chiedere all’Ateneo un maggiore impegno sul fronte della sostenibilità e della transizione ecologica. L’istituzione ha così accolto la richiesta degli attivisti di avviare il corso “Crisis ecosocial”.

La sensibilizzazione e l’educazione ambientale saranno estese anche allo staff universitario: il personale docente nei prossimi quattro anni seguirà un percorso formativo sulla crisi ecologica. Si tratta del primo caso noto in cui un’istituzione della portata dell’Universitat de Barcelona impone un percorso formativo sui temi legati al cambiamento climatico e all’emergenza ambientale.

UE. Lo scorso 10 novembre il Parlamento Europeo ha votato a favore di nuovi obblighi di trasparenza sulle politiche di sostenibilità delle imprese, che saranno tenute a diffondere dati e informazioni circa gli impatti delle proprie attività.

Entro giugno 2023 la Commissione dovrà specificare i requisiti di divulgazione per le imprese. Le multinazionali saranno sottoposte a controlli e certificazioni indipendenti per validare i dati che esse stesse forniscono, garantendo massima trasparenza riguardo alle informazioni sulla sostenibilità.

Gli obblighi si applicano a tutte le aziende, anche quelle non quotate in borsa, e includono anche quelle estere che fatturano in UE almeno 150 milioni di euro. Le disposizioni riguardano anche le PMI quotate in borsa, che però avranno più tempo per adeguarsi. In tutto i nuovi provvedimenti si riferiscono a 50.000 imprese in tutta l’Unione Europea.

E’ stato siglato oggi, venerdì 11 novembre 2022, l’accordo tra Cogeser Energia e Solarfast, azienda di Bergamo che opera dal 2007 nella progettazione, installazione e manutenzione di impianti fotovoltaici. Una partnership che permetterà all’azienda partecipata dell’energia di lanciare una campagna  volta alla diffusione del fotovoltaico nell’Adda Martesana.

Una firma che permette a Cogeser di potenziare la propria attività attraverso una linea di servizi per i clienti business nel settore del fotovoltaico. Al momento, infatti, l’offerta è rivolta solo a impianti maggiori di 20 kWp (kilowatt picco), con Solarfast impegnata nella parte tecnica dal sopralluogo sino alla messa in funzione dell’impianto.

Fondamentale l’aspetto delle tempistiche: per permettere ai clienti di installare celermente gli impianti (in modo da cominciare il prima possibile a ridurre i costi delle bollette), Solarfast procederà al sopralluogo e al calcolo del preventivo entro 15 giorni dal primo contatto con il cliente. Con l’obiettivo di completare l’installazione entro i successivi quattro mesi.

Marco Pezzaglia e Alessandro Petrò

A firmare l’accordo è stato il nuovo amministratore unico di Cogeser Energia Marco Pezzaglia.

In un periodo che vede i costi dell’energia lievitare, il fotovoltaico si trasforma non solo in una scelta di sostenibilità ambientale ma anche in un’opportunità di risparmio. Per questo abbiamo individuato per i nostri clienti business un partner affidabile. Solarfast, con i suoi quindici anni di esperienza, garantirà la qualità dell’esecuzione e il corretto
dimensionamento degli impianti al fine di ottimizzarne costi e prestazioni. Per Cogeser Energia si tratta di una nuova linea di servizi, per ora riservata alle imprese ma destinata, nel prossimo futuro, a rivolgersi anche al segmento residenziale.

Parole che sono state sottoscritte anche dal rappresentante legale di Solarfast Alessandro Petrò

Siamo lieti di collaborare con Cogeser. È motivo di grande orgoglio poter offrire un servizio sul territorio alle imprese, sia di analisi che di realizzazione fisica degli impianti fotovoltaici, per così contribuire a fornire uno strumento valido ed efficace a combattere i crescenti costi dell’energia.

Con la scelta di puntare sul fotovoltaico, il Gruppo Cogeser prosegue nel percorso di diversificazione delle fonti energetiche intrapreso anche prima del cambiamento degli scenari internazionali legati alla crisi del gas russo. Basti pensare, per esempio, alla recente inaugurazione dell’impianto di produzione di biometano dai prodotti di scarto del mondo agricolo e zootecnico. Un progetto che ha visto la partnership tra Cogeser e Air Liquide.

Fonte: prima LA MARTESANA

Ad Aprile di quest’anno Solarfast insieme al partner LC Progetti ha dato il via a una grande avventura per la messa in opera, a Pietra Monte Corvino in provincia di Foggia, di una pala eolica da 100kw a gestione diretta. Il ganeratore è in grado di produrre 250.000 kwh annui destinati alla vendita dell’energia.

Il processo per la realizzazione della pala eolica di Solarfast ha richiesto diversi mesi, dalla progettazione alla messa in opera. La turbina acquistata in Germania è stata collaudata in Italia ed è stato necessario reperire un luogo idoneo che avesse permessi e caratteristiche desiderate per una corretta istallazione.
Un investimento di 200.000 euro con una fase preparatoria durata circa 3 anni si è conclusa il 30 settembre 2022 con la messa in funzione dell’impianto.

La pala eolica di Solarfast é connessa alla rete elettrica nazionale Enel e produce 250.000 kw ora all’anno per un valore che oggi si aggira intorno agli 0.20 centesimi. L’impianto è in grado di garantire 50.000 euro di ricavi annui per la vendita di energia e la sua produzione supera del 30-40% circa quella del fotovoltaico.

“E’ importante per la nostra azienda riuscire oggi a garantire approvvigionamento diretto da fonte rinnovabile, un percorso importante che desideriamo protrarre e sviluppare nel tempo.” spiega Nicola Scandella Amministratore delegato di Solarfast

Diversificare, in questo modo, la produzione energetica è da sempre uno dei grandi obbiettivi di Solarfast. Se i ritorni attesi saranno confermati, sia in termini economici che produttivi e di sostenibilità, prevediamo di istallare presto nuovi impianti.

Il governo uscente ha giudicato positivamente la compatibilità ambientale di otto progetti di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica e geotermica), per una potenza complessiva pari a circa 314 megawatt, dando così il via libera alla loro costruzione. Nel dettaglio, si tratta di tre progetti da realizzare in Basilicata, tre in Puglia e due in Toscana. 

I progetti riguardano un impianto eolico nei comuni di San Mauro Forte, Salandra e Garaguso (Matera), per una potenza di 72,8 megawatt; quello di “Venusia” nei comuni di Venosa e Maschito, in provincia di Potenza, da 36 megawatt; due in provincia di Foggia: quello nei comuni di San Paolo di Civitate località Masseria Difensola, e Poggio Imperiale località La Colonnella (31,35 megawatt), quello di “Serra Palino” nei comuni di Sant’Agata di Puglia e Candela (48 megawatt). Via libera anche al progetto per l’impianto agri-ovi-fotovoltaico “Copertino” nei comuni di Copertino e Galatina, in provincia di Lecce, da 60 megawatt. Sono stati deliberati poi il permesso di ricerca finalizzato all’impianto pilota geotermico “Cortolla”, nel comune di Montecatini Val di Cecina (Pisa), da 5 megawatt elettrici; la proroga del termine di validità del provvedimento di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione dell’impianto eolico nei comuni di Muro Lucano, Bella e Balvano, in provincia di Potenza, da 55,8 megawatt; e l’impianto pilota geotermico “Castelnuovo”, nel comune di Castelnuovo Val di Cecina (Pisa), da 5 megawatt elettrici.

Inoltre, il MiTE mette a disposizione un fondo da 320 milioni di euro per la transizione energetica negli edifici pubblici. L’avviso pubblico “Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica – CSE 2022” prevede fonti il ​​finanziamento di progetti di efficienza energetica che include anche iniziative per la produzione di energia da rinnovabili negli edifici delle Amministrazioni comunali, dell’intero territorio nazionale, attraverso l’acquisto e l’approvvigionamento di beni e servizi tramite il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA). La misura sostiene gli investimenti dei comuni per aiutarli nella transizione verso modelli più sostenibili, contrastando gli effetti negativi dell’aumento dei prezzi delle forniture energetiche.

Fonti: Open | QuiFinanza

Elementi esterni come violente piogge o temperature roventi, neve, terra e fogliame, ma anche il normale decorrere del tempo e l’inquinamento atmosferico. Sono solo alcuni dei motivi che possono portare il tuo impianto fotovoltaico a un graduale deterioramento che, man mano che passano gli anni, rischiano di compromettere il normale funzionamento dell’apparecchio e, dunque, di portare a una minore resa (con rispettivo innalzamento dei costi).


Per questi (e tanti altri) motivi è dunque necessario effettuare una serie di lavori di manutenzione sul tuo impianto fotovoltaico: essi, a seconda dell’entità del danno, possono essere ordinari o straordinari, ma devono sempre essere eseguiti da aziende specializzate non solo per essere efficaci, oltre che a norma, ma anche per potere godere di eventuali agevolazioni fiscali (come nel caso dell’IVA al 10%).


Per non perderti nulla sul tema della manutenzione dell’impianto fotovoltaico abbiamo dunque stilato questa breve guida: al suo interno ci troverai tutto quello che devi sapere per potere effettuare lavori adeguati e in grado di farti risparmiare nel medio termine. Iniziamo!

Qual è la differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria

Una delle domande più frequenti quando si parla di questo tema è quale sia la differenza che intercorre tra le già menzionate manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto fotovoltaico. Ebbene, la distinzione è presto fatta:

Come abbiamo già accennato poco sopra, è bene che tutti questi interventi vengano effettuati da ditte specializzate in materia di manutenzione dell’impianto fotovoltaico, che sono in possesso non solo della strumentistica necessaria ma anche delle corrette conoscenze in materia per intervenire in maniera tempestiva ed efficace, sia che il problema si manifesti in maniera repentina, sia che si tratti di attività reiterate nel tempo.

Come si effettua la pulizia dell’impianto fotovoltaico

A tal proposito, si capisce a fondo la necessità di ricorrere ad aziende specializzate quando si è a conoscenza di come viene effettuata la pulizia dell’impianto fotovoltaico: si tratta, infatti, di un’attività delicata, che non vada a compromettere il buon funzionamento dell’impianto, oltre che ad alto rischio per chi la effettua, specie se non si tratta di impianti a terra. Pertanto, per eliminare eventuali residui dai pannelli fotovoltaici è necessario usare diversi kit di pulizia e modelli di robot, strumenti telescopici che aiutano a raggiungere i punti più difficili e di strumenti di asciugatura che non lascino aloni (gli stessi che possono influire negativamente sulle performance della struttura).

O&M

Quando si parla di O&M nel campo degli impianti fotovoltaici ci si riferisce a tutte quelle attività legate all’Operation & Maintainance in grado di monitorare, manutenere e verificare il corretto funzionamento di ogni elemento per potere assicurare la massima redditività al proprio impianto. Ma da dove partire?


Una delle regole d’oro dell’O&M è quella di prevenire l’insorgere di possibili danni futuri. Per farlo è necessario ricorrere a un’attività tanto semplice quanto necessaria: quella, cioè, del costante monitoraggio dell’impianto fotovoltaico e di tutti i suoi principali parametri di funzionamento. Le migliori aziende che si occupano di manutenzione dell’impianto fotovoltaico mettono a disposizione dei propri clienti un servizio prestato 365 giorni all’anno, durante le ore di produzione dell’impianto fotovoltaico: esso implica il controllo costante anche da remoto (tramite app e computer) dell’energia prodotta e consumata, della quota immessa in rete o accumulata nelle batterie, l’analisi degli allarmi e, nei migliori casi, un desk e un Service Manager dedicati, a cui rivolgersi in qualunque momento.


Alla fase di monitoraggio segue quella, già descritta, della manutenzione, meglio se prevista e programmata, per poi concludere con eventuali interventi correttivi laddove si rendano necessari. A questo si aggiungono gli adempimenti burocratici, periodici o di nuova emissione, con gli enti preposti al controllo e alla gestione di chiunque sia in possesso di un impianto fotovoltaico: parliamo di GSE, ENEL, ARERA e Agenzia delle Dogane.

In quali casi è meglio fare un revamping fotovoltaico?

Rientra in questo tipo di attività anche il revamping fotovoltaico, ossia quella serie di interventi di miglioramento e ammodernamento di tutte le componenti di un impianto fotovoltaico vecchio (tra i 20 e i 30 anni di attività) che comincia a manifestare gli “acciacchi” dovuti all’incedere del tempo. Al degrado fisico, alla diminuzione irreversibile di performance e produzione dell’energia (e al conseguente aumento dei costi) è dunque possibile rispondere con una serie di attività di vero e proprio ammodernamento tecnologico sfruttando gli incentivi normati nel 2016 dal GSE, ossia il Gestore dei Servizi Energetici. Secondo quest’ultimo è dunque possibile effettuare due tipi di interventi:

Significativi

Non significativi

Il tutto a patto che l’utente che ne fa richiesta si attenga ad alcune regole. L’elenco completo di tali parametri, oltre che la normativa, sono disponibili nell’ apposita procedura rilasciata proprio dal GSE.