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Tutto quello che serve sapere sulla manutenzione del tuo impianto fotovoltaico

Elementi esterni come violente piogge o temperature roventi, neve, terra e fogliame, ma anche il normale decorrere del tempo e l’inquinamento atmosferico. Sono solo alcuni dei motivi che possono portare…

Elementi esterni come violente piogge o temperature roventi, neve, terra e fogliame, ma anche il normale decorrere del tempo e l’inquinamento atmosferico. Sono solo alcuni dei motivi che possono portare il tuo impianto fotovoltaico a un graduale deterioramento che, man mano che passano gli anni, rischiano di compromettere il normale funzionamento dell’apparecchio e, dunque, di portare a una minore resa (con rispettivo innalzamento dei costi).


Per questi (e tanti altri) motivi è dunque necessario effettuare una serie di lavori di manutenzione sul tuo impianto fotovoltaico: essi, a seconda dell’entità del danno, possono essere ordinari o straordinari, ma devono sempre essere eseguiti da aziende specializzate non solo per essere efficaci, oltre che a norma, ma anche per potere godere di eventuali agevolazioni fiscali (come nel caso dell’IVA al 10%).


Per non perderti nulla sul tema della manutenzione dell’impianto fotovoltaico abbiamo dunque stilato questa breve guida: al suo interno ci troverai tutto quello che devi sapere per potere effettuare lavori adeguati e in grado di farti risparmiare nel medio termine. Iniziamo!

Qual è la differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria

Una delle domande più frequenti quando si parla di questo tema è quale sia la differenza che intercorre tra le già menzionate manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto fotovoltaico. Ebbene, la distinzione è presto fatta:

  • Manutenzione ordinaria (detta anche manutenzione programmata): si tratta di tutti quegli interventi che vengono realizzati a cadenza fissa nel tempo (di solito ogni 6 mesi), per un monitoraggio costante del corretto funzionamento di tutte le componenti dell’impianto. Se ben fatta, essa si compone di ispezioni (visive e non), analisi con strumentazione, rilevazioni e registrazioni, test e pulizia di tre elementi imprescindibili dell’impianto: il generatore fotovoltaico, l’inverter e i quadri con annessi dispositivi.
  • Manutenzione straordinaria: non prevede la programmazione di interventi a medio termine ma implica, in caso di un malfunzionamento che causi un calo della produzione dell’impianto, il pronto intervento per la riparazione, riabilitazione e sostituzione dei componenti interessati. Un buon intervento di manutenzione straordinaria viene eseguito entro tempi certi concordati contrattualmente con la committenza, in modo da non causare perdite non solo nell’approvvigionamento ma anche nella produttività dell’azienda stessa.

Come abbiamo già accennato poco sopra, è bene che tutti questi interventi vengano effettuati da ditte specializzate in materia di manutenzione dell’impianto fotovoltaico, che sono in possesso non solo della strumentistica necessaria ma anche delle corrette conoscenze in materia per intervenire in maniera tempestiva ed efficace, sia che il problema si manifesti in maniera repentina, sia che si tratti di attività reiterate nel tempo.

Come si effettua la pulizia dell’impianto fotovoltaico

A tal proposito, si capisce a fondo la necessità di ricorrere ad aziende specializzate quando si è a conoscenza di come viene effettuata la pulizia dell’impianto fotovoltaico: si tratta, infatti, di un’attività delicata, che non vada a compromettere il buon funzionamento dell’impianto, oltre che ad alto rischio per chi la effettua, specie se non si tratta di impianti a terra. Pertanto, per eliminare eventuali residui dai pannelli fotovoltaici è necessario usare diversi kit di pulizia e modelli di robot, strumenti telescopici che aiutano a raggiungere i punti più difficili e di strumenti di asciugatura che non lascino aloni (gli stessi che possono influire negativamente sulle performance della struttura).

O&M

Quando si parla di O&M nel campo degli impianti fotovoltaici ci si riferisce a tutte quelle attività legate all’Operation & Maintainance in grado di monitorare, manutenere e verificare il corretto funzionamento di ogni elemento per potere assicurare la massima redditività al proprio impianto. Ma da dove partire?


Una delle regole d’oro dell’O&M è quella di prevenire l’insorgere di possibili danni futuri. Per farlo è necessario ricorrere a un’attività tanto semplice quanto necessaria: quella, cioè, del costante monitoraggio dell’impianto fotovoltaico e di tutti i suoi principali parametri di funzionamento. Le migliori aziende che si occupano di manutenzione dell’impianto fotovoltaico mettono a disposizione dei propri clienti un servizio prestato 365 giorni all’anno, durante le ore di produzione dell’impianto fotovoltaico: esso implica il controllo costante anche da remoto (tramite app e computer) dell’energia prodotta e consumata, della quota immessa in rete o accumulata nelle batterie, l’analisi degli allarmi e, nei migliori casi, un desk e un Service Manager dedicati, a cui rivolgersi in qualunque momento.


Alla fase di monitoraggio segue quella, già descritta, della manutenzione, meglio se prevista e programmata, per poi concludere con eventuali interventi correttivi laddove si rendano necessari. A questo si aggiungono gli adempimenti burocratici, periodici o di nuova emissione, con gli enti preposti al controllo e alla gestione di chiunque sia in possesso di un impianto fotovoltaico: parliamo di GSE, ENEL, ARERA e Agenzia delle Dogane.

In quali casi è meglio fare un revamping fotovoltaico?

Rientra in questo tipo di attività anche il revamping fotovoltaico, ossia quella serie di interventi di miglioramento e ammodernamento di tutte le componenti di un impianto fotovoltaico vecchio (tra i 20 e i 30 anni di attività) che comincia a manifestare gli “acciacchi” dovuti all’incedere del tempo. Al degrado fisico, alla diminuzione irreversibile di performance e produzione dell’energia (e al conseguente aumento dei costi) è dunque possibile rispondere con una serie di attività di vero e proprio ammodernamento tecnologico sfruttando gli incentivi normati nel 2016 dal GSE, ossia il Gestore dei Servizi Energetici. Secondo quest’ultimo è dunque possibile effettuare due tipi di interventi:

Significativi

  • lo spostamento anche parziale dei moduli fotovoltaici;
  • la sostituzione, rimozione, nuova installazione dei componenti principali (moduli e inverter);
  • la modifica del regime di cessione in Rete dell’energia prodotta;
  • la variazione del codice POD identificativo del punto di connessione dell’impianto alla Rete.

Non significativi

  • lo spostamento degli inverter e dei componenti elettrici minori;
  • la sostituzione, rimozione, nuova installazione dei componenti elettrici minori qualora l’intervento non determini variazioni del regime di cessione in Rete dell’energia prodotta dall’impianto;
  • quelli effettuati sulle strutture di sostegno dei moduli o sulle strutture edilizie su cui l’impianto è stato installato che non comportino variazioni dei requisiti in base ai quali l’impianto è stato incentivato.

Il tutto a patto che l’utente che ne fa richiesta si attenga ad alcune regole. L’elenco completo di tali parametri, oltre che la normativa, sono disponibili nell’ apposita procedura rilasciata proprio dal GSE.

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Del:

03-11-22

Scritto da:

admin


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