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Si torna a parlare di eolico offshore

Chi segue quotidianamente le notizie energetiche ne avrà già sentito parlare in modo approfondito, nei giorni scorsi è tornato alto l’interesse per l’eolico e in particolar modo per gli investimenti…

Chi segue quotidianamente le notizie energetiche ne avrà già sentito parlare in modo approfondito, nei giorni scorsi è tornato alto l’interesse per l’eolico e in particolar modo per gli investimenti offshore. Ovvero quegli impianti che vengono installati in mare di fronte alle nostre coste. 

Tra le battaglie di chi ha dichiarato guerra all’eolico perché, a parer loro, deturpa il paesaggio e chi sostiene invece che la transizione ecologica è possibile solo se si impiegano tutte le tecnologie verdi in campo, una conferma arriva da recenti studi commissionati da Legambiente, WWF e greenpeace che vedono l’eolico offshore in un ruolo fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo dati.

Si parla di creare 51Gw di potenza da questa fonte, divisi tra 41 onshore e 10 offshore e anche se i numeri possono sembrare alti se si guardano le richieste già giunte a Terna l’obiettivo è a portata di mano. Il ruolo maggiore ora lo devono giocare le autorità di controllo che devono consentire lo snellimento delle pratiche, senza ovviamente soprassedere ai controlli doverosi sull’operato degli appalti.

Sicilia, Sardegna e Puglia attualmente sono le regioni dalle quali sono arrivate più richieste al vaglio degli operatori, i dati di marzo 2023 parlano di un totale di 78 Gw di potenza richiesta solo da queste tre regioni.
Tante richieste per i più diversi motivi non andranno a buon fine ma a fronte di una richiesta complessiva così alta, si può puntare decisamente su questa risorsa energetica.

Alcuni esempi di come le pale eoliche offshore possono essere installate

All’interno del settore poi i progetti giunti si dividono tra chi propone un eolico offshore classico e chi punta alle piattaforme galleggianti che favoriscono produzioni energetiche più alte grazie alla sola capacità di intercettare i venti.

Infine una spinta ulteriore verso questi investimenti con il beneplacito anche delle associazioni ambientali viene dalle ottime notizie in tema di riciclo delle vecchie pale attualmente in uso. 

L’azienda olandere Vestas ha infatti presentato un sistema di riciclo per le pale epossidiche che grazie ad un processo chimico punto a scomporre la resina rendendola totalmente riutilizzabile per i nuovi impianti e chiudendo un circolo virtuoso di produzione.

Fonte: QualEnergia.it

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Del:

01-09-23

Scritto da:

Solarfast


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